Mio nonno, Gran Pilota
Mi è capitato, proprio in questi giorni, di ritrovare due documenti - antichissimi - legati alla carriera di mio nonno Giulio, bisnonno dei miei figli.
Da piccolo, io lo chiamavo “Gran Pilota”, perché la sera mi prendeva in braccio e mi raccontava di avventure d’aria, collaudando i motori aerei, direttamente in volo.
Oggi, posso dire che è vero, rintracciando due attestazioni ufficiali, rilasciate l’11 settembre 1917 ed il 4 marzo 1918 dalla Fabbrica Aereoplani “Francesco Oneto”, Aereodromo di San Giusto in Pisa.
Uno dei motori su cui lavorava era lo “Gnome Hp 50″ e queste due immagini, rintracciate da Internet e sopra riportate, mi aprono le strade a nuove ricerche storiche.
Poi, c’erano anche i motori “De Dion - Fiat” e “Anzani”, su cui lui lavorava: sopra riportato, un esemplare che ci riporta in un attimo a quel lontano 1918.
Era una vita piena di pericoli - così lui mi raccontava - perché collaudare il motore in fabbrica era molto meno rischioso del collaudo in volo: ebbene, mio nonno Giulio faceva entrambi, lasciandosi andare a numerose peripezie in volo.
Volevo condividere questa mia scoperta con voi, ecco tali documenti:
20 Marzo 2013 at 22:00
Documenti interessantissimi che scopro, casualmente solo ora.
Sono un cultore di storia aeronautica locale ed autore di alcune pubblicazioni tra cui alcune in collaborazione con altri autori(ad esempio ho scritto sette articoli sul volume “Oltre l’azzurro”, storia dell’aeronautica pisana pubblicato nel lontano 1983) ed ultimamente ho pubblicato un libro dal titolo “Ali di tela sulla Torre” che tratta dei primi voli su Pisa nel 1911.
Mi piacerebbe tanto conoscerla visto che dovrei abitare vicino a lei, nel comune di San Giuliano Terme.
Comunque la ringrazio di aver divulgato questi interessanti documenti.
Nella speranza di risentirci presto,
le invio i miei più sxsinceri saluti,
Giorgio Giorgi
21 Marzo 2013 at 22:25
Giorgio, tu conoscerai sicuramente mio fratello, che abita nel comune di San Giuliano Terme, ma io da anni vivo in Sardegna. Grazie comunque dei complimenti: per me, è un dovere ricordare mio nonno e suo fratello - che io ho sempre chiamato “zio” - perché mi hanno voluto un gran bene, tramandandomi un sacco di ricordi stupendi.