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Certo è che la fine del 2014 e l’inizio del 2015 io me li ricorderò come una serie di “addii” fatti a cantanti molto simili, la quale musica mi è veramente piaciuta: ci vuol poco ad accomunare Demis con Mango, basta solo affacciarsi sullo stesso mare, con melodia comunqua mediterranea.

Chissà che entrambi non siano in quella “Terra Promessa” a suonare - assieme - tali melodie.

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Fatto sta che Demis ed i suoi “Aphrodite’s Child” hanno fatto veramente storia, ai tempi della mia giovinezza, quando ancora usavo il giradischi (o il mangiadischi!) per ascoltare musica, quando sembrava una magia l’avvento delle audiocassette.

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Ed hanno sempre fatto bene gli addetti ai lavori a definire la musica degli “Aphrodite’s” come “pop-rock progressivo”: a parte i cambi di melodia - ad opera del bravissimo Vangelis - c’è da sottolineare l’uso dei primissimi “synth” o “moog” nella musica a suo tempo popolare e non è da tutti una cosa del genere.

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Ma chi era veramente Demis Roussos, cliccate qua

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Fra tutti i suoi brani, io ne vorrei ricordare alcuni e desidererei che anche i più giovani - miei figli inclusi - visionassero questi pochissimi video - antichissimi, in bianco e nero - semplicemente cliccando sul titolo di ognuno di essi:

It’s five o’clock

Rain and tears

Lost in love 

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Tralasciando giustamente ogni gusto personale, ritengo sia chiaro che perle musicali così non possano essere perse nel dimenticatoio degli anni ‘70 ed è per questo che oggi - con il cuore addolorato e tanti anni (musicali) sulle spalle - ve ne ho parlato.