Evviva il 25 aprile, Festa della Liberazione.
Tanti anni fa, quando trasmettevo a Radio Incontro, mi capitò di frequentare un bel pò di persone, che della “Seconda Guerra Mondiale” avevano tutt’altro che un concetto culturale, proprio perchè aveva provocato loro tanto dolore e tante perdite di amici, parenti, fratelli.
Il programma si chiamava “Il Lungo Respiro” e potete rintracciarne ogni puntata, collegandovi su questo stesso sito, cliccando qua.
Una puntata (molto bella) in particolare - “L’arrivo dei liberatori” - la potete scaricare, cliccando qua: 1987_12_11_il-lungo-respiro-n-7_arrivo-dei-liberatori_mp3_.mp3
Perché dico questo: perché, più passano gli anni, più questo ricordo si affievolisce e con esso perde vigore l’importanza di questa “Festa della Liberazione”, che viceversa provocò quel “Lungo Respiro”, quel momento di liberazione dalla paura e dalla dittatura, causa di tanta guerra e tante atrocità.
Non è un caso che io e mia moglie ci siamo sposati proprio il 25 aprile di tanti anni fa: seppur per essa furono necessari tanti bombardamenti e tante ulteriori perdite, la “Festa della Liberazione” necessita il massimo rispetto e, a mio parere, mai dovrà essere abolita, come qualche politico, anni addietro, cercò di fare.
E a me personalmente fa molta tristezza chi - anche adesso - rimpiange questa o quella dittatura, vantandosi di averne fatto o volerne fare parte: a tutti questi “assurdi malinconici” farei ascoltare o riascoltare i pianti e le commozioni di tutti quei “vecchietti pisani”, che di fronte al nostro microfono, non ce la facevano proprio a trattenere la commozione, le lacrime di tante persone amate e decedute.
La guerra e le dittature, di qualsiasi colore siano, sono da aborrire e condannare: viva la Liberazione, viva il 25 aprile.