Quei giorni in cui, a Pisa, la Torre Pendente rischio di cadere..
Mi è capitato di seguire il bellissimo documentario di Piero Angela, dedicato alla “Torre Pendente”, sita nella Piazza dei Miracoli a Pisa: “Capolavori delle grandi civiltà”, in realtà, più che parlare della storia di questo “miracolo”, viene a raccontare di tutto quanto è stato fatto - verso la fine del secolo scorso e gli inizi di questo - per salvare la “Torre Pendente” da un possibile imminente crollo.
In particolare - nel settembre del 1995, proprio durante i lavori di consolidamento, anziché far diminuire la sua pendenza, si arrivò ad accellerare il processo tanto temuto: da qui il termine (usato dai tecnici stessi) di “settembre nero della torre pendente”, leggete quanto riportato da uno dei tanti quotidiani:
“E’ lontano, insomma, il ’settembre nerò del 1995, come lo definiscono i professori con un moto di sollievo, «quando - confessano - per notti alcuni di noi non dormirono temendo di aver compromesso la stabilità della Torre con una soluzione ponderata al massimo». Fu una soluzione di compromesso il motivo di tanto allarme: era infatti stato deciso di congelare il terreno sul lato opposto a quello di inclinazione per procedere all’ installazione di cavi d’ acciaio sotterranei a 50 metri di profondità. Il congelamento del terreno, però, accelerò per un breve periodo la pendenza dando problemi di stabilità al monumento e facendo temere il peggio, anche il crollo. Un brutto sogno, un brutto «quarto d’ ora» su cui oggi i membri del Comitato per la salvaguardia della Torre sorridono come fanno i reduci di una grande avventura. “ (cit. “La Gazzetta del Mezzogiorno”).
Adesso possiamo sorriderci su, ma - seguendo quei 50 minuti di documentario - possiamo maggiormente renderci conto del rischio corso per mano di alcuni tecnici, che stavano sbagliando il tipo di intervento effettuato: può essere interessante dedicare 50 minuti del nostro tempo, a scoprire per la prima volta alcuni particolari finora sconosciuti.
Vien proprio da dire “Evviva la Torre di Pisa”, nel senso letterale del termine.
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