La mia droga, il mio vino si chiama Cristo!
Atti 2,12-17 : “Tutti erano sbalorditi e non sapevano che pensare e andavano domandandosi gli uni agli altri: «Che cosa vuol dire tutto ciò?». 13 Altri poi beffandoli dicevano: «Sono ubriachi di mosto dolce!». 14 Allora Pietro, in piedi con gli Undici, levò alta la voce e parlò loro così: «Voi, Giudei, e abitanti tutti di Gerusalemme, fate attenzione a ciò che sto per dire e porgete l’ orecchio alle mie parole. 15 Costoro non sono ubriachi, come voi pensate, poiché sono soltanto le nove del mattino; 16 si sta invece verificando ciò che fu detto per mezzo del profeta Gioele: 17 Negli ultimi giorni, dice il Signore, effonderò il mio spirito su ogni essere umano e profeteranno i vostri figli e le vostre figlie (…)
Mi si perdoni se prendo in prestito le Sacre Scritture, ma era da tanto tempo che ci pensavo e volutamente oggi - al compiere dei miei 60 anni - volevo farne parola con voi.
Anche se il mio carattere così esuberante può portare a pensarlo, io non mi sono mai ubriacato e non ho mai assunto droghe: un po’ per paura di qualsiasi conseguenza, ma soprattutto perché… non ne ho mai avuto bisogno.
Un pò il carattere, il mio innamoramento per la vita, la mia fantasia: era così mio padre, ma anche mia madre, al punto che - con tutti gli acciacchi e le malattie - erano sempre “a giro col pulmann” e spesso sorridenti.
Ma, tornando a me, qual’è stata la molla che mi ha portato a conservarmi “fanciullino”, bambinone anche a 60 anni?
E’ stato tutto merito di una persona - mia zia Zelinda - che viveva con noi e che fin da piccolo, mi ha inculcato la necessità della “Fede in Gesù Cristo”: a cinque anni - quando facevo il chierichetto ed a Putignano tutti mi prendevano in giro - non riuscivo a capire che quella Fede mi avrebbe portato avanti, molto più in là delle mie stesse aspettative.
Non è stato facile restare attaccato alla Fede - i nemici erano fuori ma anche dentro di me (ci vuol poco a perderla) - ma adesso che mi sto sempre più incamminando verso la “Vita Eterna” ne comprendo la ricchezza, ma anche la libertà: chi mi conosce, sa che son tutto fuorché un “bigotto”, talvolta assomiglio addirittura ad un “mangiapreti”, semmai!
Gesù ci rende davvero liberi, ma anche estremamente felici e pure “giocherelloni”, al punto da sembrare sbronzi e drogati, senza mai avere assunto alcool e droga!
Anzi no, lasciatemelo dire: la mia droga è la vita, la famiglia, i miei figli; la mia droga sono tutti i miei amici, che mi vogliono bene e che mi aiutano a crescere.
Un ultimo consiglio: andate da Gesù, tornate da Cristo e non fatevi influenzare da quel prete imperfetto o da quella Chiesa imperfetta - come del resto tutti noi uomini - non perdetevi la Fede, mai.
E pregate per noi, pregate per me, affinché anche a 70, 80, 90 anni non smetta mai di fare il “bischero”, grazie alla Fede!