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Innanzitutto, togliamo subito di mezzo la “Befana” festeggiata in tutti i modi.

 

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E togliamo pure il pessimo augurio alle donne che alcuni definirebbero “befane”: tutti discorsi e tutte abitudini senza senso, roba da “bar sotto casa”, che non ha senso e non “porta frutto”.

Onde per cui oggi vogliamo parlare ed augurare “Buona Epifania” a tutti.

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“Il termine deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa “mi rendo manifesto”), dal sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). Sin dai tempi di San Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla Natività di Gesù Cristo”  (cit. Wikipedia)

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A mio modesto parere, Dio è così grande, così “in alto”, che noi povere creature potremmo davvero trovare difficoltà a sentirlo, a percepirne l’esistenza.

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Ecco allora - sempre a mio parere - i miracoli, che possono essere “fisici”, ma anche “spirituali”: eventi imprevisti (che non sappiamo spiegare), fatti imprevisti (anche guarigioni insperate, perché no?) che ci fanno esclamare: “Dio esiste per davvero!”.

L’Epifania è anche questo: un “memoriale” (termine usato spesso nel nostro Cammino Neocatecumenale), il ricordo di un evento in cui possiamo affermare che “Gesù si è rivelato a noi”, “Gesù si è fatto ancorpiù conoscere”.

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In questo senso - e solo in questo senso - io auguro, noi tutti ci auguriamo “Buona Epifania”, buona rivelazione del Padre nelle nostre realtà quotidiane.

Buona  “manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina” a tutti!