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Qualcuno si ricorderà - sicuramente con un senso di tristezza - l’evento drammatico del turista spagnolo di 52 anni, ucciso da un “capitello” staccatosi nella Basilica di Santa Croce in Firenze.

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Perché torniamo a parlarne: per leggervi la bella lettera della vedova di  Daniel Testor Schnell, resa pubblica durante la celebrazione del “trigesimo della morte”.

Leggete qua:

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“Tutto è iniziato come un viaggio per festeggiare. Ventiquattro anni di matrimonio erano un buon motivo per tornare a Firenze e percorrere la Toscana, quel luogo meraviglioso, vicino, amico…. In un attimo si è spezzato tutto. Quello che era nitido e chiaro è diventato scuro e freddo. Nella bella Firenze, Daniel camminava al mio fianco nella casa di Dio, quel luogo dove riposano i grandi, Michelangelo, Galileo….Ma a cosa aggrapparsi in quei momenti di sconforto infinito? Come spiegare ai miei, figli, nonni, fratelli, quello che era successo? Sentivo uno strappo così grande che mi era difficile respirare. Un dolore immenso. Un vuoto improvviso che purtroppo è diventato permanente. Grazie alle vostre preghiere, alle Messe celebrate nei diversi luoghi, agli abbracci e all’affetto dei nostri cari ci siamo sentiti accompagnati e amati. Perciò voglio ringraziare a nome mio, dei miei tre figli e di tutta la famiglia per il totale rispetto che ho sentito durante quel doloroso momento da parte dei cittadini di Firenze, dalle persone che mi hanno assistito a Santa Croce, dalla direzione e il personale di Novotel Firenze, dalla Polizia, dalla stampa, dalla nostra console. Ora, abbracciati alla Croce e alla famiglia, una luce intensa illumina il nostro cammino e sappiamo verso dove andiamo. La morte non è la fine”

Maria Cristina Viniegra Garcia

(traduzione a cura di Maria Los Angeles Mata, Console onoraria di Spagna) da «La Repubblica Firenze» del 21 novembre 2017