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Sono a casa con dolori forti al braccio sinistro: qualcuno mi dice che è colpa del tempo umido ed in effetti, proprio oggi, il sole cede veloce il passo alla pioggia e ad un temporale, per poi tornare il sereno e poi ancora la pioggia.

“E’ marzo pazzerello” mi dice una voce nel cuore, un ricordo della mia infanzia, quando mia zia Zelinda mi recitava una vecchia filastrocca, tutta dedicata ai mesi dell’anno.

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Allora, sono andato a ripescarla, questa vecchia filastrocca, leggetela con me qua sotto…

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 abba.jpeg        I dodici mesi

Lo sapete che gennaio
tiene i frutti nel solaio,
che febbraio è piccolino,
breve, freddo e biricchino?
Arriva marzo pazzerello:
esce il sole e prendi l’ombrello!
Dietro a lui viene aprile:
sbadiglia, sbadiglia, è dolce dormire.
Esplode maggio ed è beato
chi per tempo ha seminato.
Biondo ondeggia di giugno il grano
pronto sta il contadino con falce in mano.
Luglio - lunghe son le giornate-
porta il pieno dell’estate.
Ecco, torrido d’agosto,
il solleone brucia il bosco.
E’ settembre un mese bello:
sole misto a venticello.
Davvero ottobre è generoso
e di tutti il più fruttuoso.
A novembre i dì gelati
son dannosi ai campi seminati.
A dicembre, neve abbondante
salva il grano per il pane croccante.