La vera storia di come è nato “Nel blu dipinto di blu” (”Volare”)
Sono oramai tante le versioni, gli aneddoti, le “leggende metropolitane” su come è nata, com’è stata “concepita” la canzone “Nel blu dipinto di blu” (altrimenti conosciuta come “Volare”) di Franco Migliacci e Domenico Modugno.
Proprio l’altro giorno una radio emittente raccontava che l’ispirazione era venuta da un mucchio di fogli, catturati dal vento, in una stanza dove Migliacci e Modugno - in quell’istante - erano seduti.
La cosa mi ha incuriosito assai, al punto che - cercando e ricercando - sono arrivato alla versione più credibile, pubblicata da “Fare Music”, cliccate qua
Ma iniziamo conoscendo meglio questi due personaggi…
Per Domenico Modugno, cliccate qua
Per Franco Migliacci, cliccate qua
Per leggere tutto il testo della canzone, cliccate qua
Ed abbiamo anche trovato il video originale della sua partecipazione al “Festival Eurovisivo della Canzone” del 1958, cliccate qua
Ed ecco… la vera storia di come è nato “Nel blu dipinto di blu” (”Volare”)
“Migliacci (Franco) non ha mai scritto una canzone in vita sua. Conosce Mimmo (Modugno) da sei anni e lui rappresenta una sorta di idolo. Franco disegna fumetti per sopravvivere. Mimmo ha frequentato l’Accademia d’arte drammatica. Viene dalla Puglia ed è già un cantante abbastanza affermato. Finge di essere siciliano e scrive e canta canzoni ispirate alla musica popolare. La più nota, forse, è “U piscispada”, storia di un pesce maschio che si suicida dopo che la sua femmina muore nella rete dei pescatori. Franco si sveglia confuso. E’ completamente digiuno e anche un po’ ubriaco. Si è scolato l’unica cosa “commestibile” che ha in casa: un fiasco di chianti che viene dalla Toscana. E Migliacci è di Tortona, quel paese suo che sta sulla collina, disteso come un vecchio addormentato. Il paese di “Che sarà”, una delle canzoni più belle del Novecento. Appena socchiude gli occhi, Migliacci vede, sulla parete di fronte, due stampine con la riproduzione di “L’homme in blu” e “Le coq rouge” di Chagall. Tra i postumi della sbronza, l’effetto del sole e delle immagini di Chagall, butta giù i versi che abbiamo visto”
(fonte: “Fare Music.it”)