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Per poter rispondere alla domanda “Chi erano e chi sono per te gli Abba” avrei bisogno di tempo, tanto tempo e di molte pagine, di molti articoli, ma vedrò di essere il più sintetico possibile.

Li scoprii grazie a quel mitico Eurofestival di sabato 6 aprile 1974, quando - da un televisore portatile color arancio poggiato su una mensola in cucina - vidi proprio loro vincere quella edizione con la canzone “Waterloo”, cliccate qua

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Ascoltare quella canzone e cercare i loro dischi fu simultaneo: pochissimi giorni dopo, la cassetta dal titolo “Waterloo” era già a tutto volume nel mio stereo di casa e, di lì a poco, grazie ad un fornito negozio di dischi fiorentino, riuscii ad entrare in possesso dei Long-playing “Ring ring” (1973) e “Abba” (1975), cliccate qua

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Arrivò l’estate del 1976 e, assieme al nuovo loro lavoro “Arrival”, il conseguito diploma di “Ragioneria” mi permise di acquistare la mia prima auto, la (mai dimenticata) “Renault 6 TL”: fu un continuo successi targati “Abba” e  ne sanno qualcosa i miei amici di quel tempo - Elena in primis - che tormentavo cantando “Dancing Queen”,  o “Knowing me knowing you” e facendo “dondolare a destra e manca” la mia auto, grazie anche alle ottime sospensioni, che contraddistinguevano all’epoca le auto (spartane) francesi.

Per “Dancing queen”, cliccate qua

Per “Knowing me knowing you”, cliccate qua

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Dal 1977 a tutto il 1981, assieme a ciascuno degli album successivi, fu bellissimo condividere tutti i loro successi con il club italiano dei fans degli Abba: non passava mese che noi fans non ci incontrassimo, a Milano, a Torino, persino a Venezia e Pisa, grazie all’entusiasmo di Roberto, presidente di quella “fanzine”.

Per “Does your mother know”, cliccate qua

Per “Chiquitita”, cliccate qua

Per “Happy new year”, cliccate qua

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Ma successe anche di più, perché noi “Abba-fans” - grazie ai biglietti ferroviari “Interrail” - iniziammo a girare l’Europa in lungo e largo, fino a quando riuscimmo ad incontrarli, questi mitici Abba: a dir la verità, nel frattempo, il gruppo si sciolse e ciascuno dei componenti si mise a proporre brani per conto proprio.

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Per “The winner takes it all”, cliccate qua

Per “One of us”, cliccate qua

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E qua intervenne “Radio Incontro”, perché proprio grazie a quel mitico “tesserino”, proprio io riuscii ad incontrare dapprima Anni-Frid Lyngstad (Frida) a Milano, poi ancora lei a Parigi (negli studi di “Antenne 2″), finalmente la mia adorata Agnetha Fältskog, sempre a Parigi (negli studi di “France 3″) ed a Riva del Garda (durante il festival “La Vela d’oro”).

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Per “Wrap your arms around me”, cliccate qua

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Per “I know there’s something going on”, cliccate qua

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Per “Anthem - Chess”, cliccate qua

Grazie ad una nostra amica svedese - in una delle estati successive - riuscii ad entrare nei mitici “Polar Studios” di Stoccolma, visitando i quali incontrai  Björn Ulvaeus.

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Detta così, la mia lunga storia con gli Abba non riesce a rendere come in quel racconto del nostro fan Roberto Sangiorgi Colangelo, che più di tutti ha saputo ritrarre il momento vissuto, leggete qua:

“Mauro, sventolando la sua apparentemente anonima e inutile tesserina di Radio Incontro Pisa, riuscì a farsi largo tra gli addetti ai lavori e, con molta disinvoltura, si fece “accreditare” per l’intervista ad Agnetha, prevista per la tarda mattinata. Noi ovviamente non eravamo ammessi, ma ci sentivamo sovraeccitati dalla contentezza, dandoci arie di giornalisti quasi-professionisti ed invidiando un po’, in cuor nostro, l’amico che avrebbe potuto interloquire a tu per tu con la nostra cantante, da tanto tempo ammirata solo in tv e sui giornali. Dopo circa un’ora, Mauro uscì dal piccolo salotto dove, assieme ad altri reporter, era stato ammesso; ricordo ancora la sua aria trasognata: “È bellissima, ragazzi… incredibile!”. Ci raccontò, una volta calmatosi, della chiacchierata svoltasi con Agnetha, dei suoi progetti per il futuro, dei suoi appena trascorsi impegni cinematografici (aveva appena girato, come coprotagonista, un film in Svezia), dei suoi amati figli, del giornalista maldestro che, per farsi avanti tra i colleghi, le aveva sbattuto il microfono sui denti…
Noi ascoltavamo in trance. Quella sera ci fu la registrazione definitiva del programma. Noi eravamo in sala, un po’ lontani dal palco, ma c’eravamo. Dopo i vari artisti italiani, dopo l’esibizione di Teresa De Sio, fu annunciata Agnetha. Apparve sulla scena con un sofisticato abito nero a ricami d’oro, e una chioma lucentissima e vaporosa che la faceva somigliare ad una scandinava medusa. Cantò in play-back due brani dal suo album, e ricevette molti applausi, compresi le nostre urla di estrema ammirazione, che, nel loro piccolo, contribuirono a rendere più caloroso l’accoglienza della nostra diva. La mattina dopo, ripartì per Milano; mi rimane in mente il ricordo di quella testolina bionda che spuntava dal lunotto posteriore dell’elegante auto che la riportava lontano”.

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Chiedimi chi erano gli Abba, ma chiedimelo soprattuto in questo tempo, che sa e che profuma di “Reunion” cioè qualcuno parla che torneranno assieme, non solo per incidere quei due brani (promessi per fine 2018 o inizio 2019), ma forse per riprendere del tutto la propria storia.

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Non dimentichiamoci che da quel lontanissimo 1974 sono passati più di 40 anni e con essi siamo cambiati anche noi, conservando però ogni melodia, ogni parola di quelle bellissime canzoni, targate “Abba”.