Il buongiorno si vede… dal buon autobus!
Sulle pagine dei giornali dedicate alle “lettere”, sono più frequenti le critiche rispetto agli elogi: permettetemi allora di farne uno dedicato ad un autista del bus cittadino.
Di lui non so niente – quanti anni ha, da quant’è che guida – ma soltanto che svolgeva il suo ruolo - in modo impeccabile e ve lo dimostrerò – sulla linea numero 1, bus 304, la mattina dello scorso 20 novembre e nel percorso che da via Peretti porta verso Cagliari.
A parte la normale osservanza del codice della strada, da dove ero seduto vicino al primo accesso del bus, ho potuto notare il rispetto della distanza di sicurezza verso un ciclista incontrato lungo viale Sant’Avendrace: pur di non viaggiare alla sua velocità, molti automobilisti lo avrebbero sorpassato, affiancato e gli avrebbero pure tagliato la strada, manovra pericolosissima!
Ebbene, il “nostro autista” non ha fatto così, ma si è anche e puntualmente fermato a far passare i pedoni sulle strisce, rallentando da molto prima, in modo da non effettuare brusche frenate con successive accelerazioni.
Mai assistito ad una guida così “morbida”, così “nord europea” ed a questo punto, verrebbe da pensare che il mezzo in questione fosse arrivato almeno in ritardo ad ogni fermata successiva.
Niente di tutto ciò: perfetto come un orologio svizzero! Guide così – ripeto – mi ricordano molto i miei viaggi in Scandinavia, dove rispetto e puntualità sono sempre andate “a braccetto”.
Poco prima di via XX settembre - durante la breve sosta avvenuta in via Roma ed in modo da non disturbargli la guida – ho avuto modo di complimentarmi con lui, che mi ha risposto “Questo è il mio dovere”.
Al bravo autista – capelli scuri con barba – va questa “lettera positiva”, perché – specie al mattino, recandoci al lavoro – un viaggio così può anche farci iniziare bene la giornata.
Al CTM va – però - una necessaria richiesta: alcuni dei nuovi mezzi hanno ammortizzatori scarichi e se ne accorgono soprattutto gli utenti “seduti sulle ruote”, cioè nei “posti in basso”, riservati ai disabili o invalidi.
E’ forse l’unica “pecca” di un servizio comunque efficiente, da molti riconosciuto.